5 parametri 0 del passato che hanno cambiato il volto alle squadre

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Come la sentenza "Bosman" ha rivoluzionato la cessione di tanti campioni

La Redazione01 Oct 2021

Lo strano caso "Bosman"

Quando Messi (si proprio lui) e Donnarumma nell’ultimo rovente calciomercato estivo sono stati acquistati a parametro zero a molti sarà tornata alla mente il lontano 1995 quando la Corte di Giustizia Europea emise la famosa sentenza “Bosman” (non proprio Messi) dal nome del centrocampista del Liegi che fece causa al club di appartenenza, alla Federcalcio belga e alla Uefa. Che cosa era successo? Semplice, nonostante il suo contratto con il Liegi fosse scaduto e il calciatore si trovasse fuori rosa e con un ingaggio ridotto, il club ne impedì il suo trasferimento al Dunkerque. Si trattò di una vera e propria rivoluzione, una sentenza senza precedenti che da quel momento permise ai calciatori dell’Unione Europea di trasferirsi gratuitamente in altre società alla scadenza del loro contratto. Da allora, i calciatori in procinto di lasciare una squadra e i loro procuratori hanno tratto grossi vantaggi economici dalla sentenza "Bosman", avendo acquisito il diritto di richiedere al nuovo club ingaggi molto alti a fronte della gratuità del cartellino del calciatore. 

A tal proposito vediamo alcuni dei parametri zero del passato che sono rimasti nella storia

  1. Roberto Baggio (il Divin Codino) è l’estate del 2000 quando l’ex pallone d’oro, svincolato e senza squadra, incrocia nel suo percorso Carlo Mazzone  “Er Magara” che lo vuole a tutti i costi al suo Brescia. In quel momento, Baggio era ai margini del grande calcio, i soliti e purtroppo costanti problemi ad un ginocchio lo tormentavano e per molti era “rotto”, ma lui da grande professionista e con in testa l’obiettivo di partecipare al mondiale nippo coreano del 2002 (poi sfumato), si allena da solo nella sua Caldogno con il suo preparatore personale e i risultati non si fanno attendere… Con il Brescia giocherà dal 2000 al 2004 collezionando 95 presenze e 45 reti consentendo alle “rondinelle” la permanenza stabile in Serie A e alcuni piazzamenti lusinghieri.
     
  2. Marcos Cafu (Il Pendolino) dopo essere stato uno dei protagonisti degli anni d’oro della Roma di Capello nel 2003, l’allora 32 brasiliano da giocatore svincolato era in procinto di trasferirsi in Giappone con lo Yokohama quando Carlo Ancelotti lo richiese espressamente per il suo Milan. Marcos di fronte alle richieste lusinghiere del Milan e di Ancelotti in persona non ci pensò un attimo scegliendo Milano sponda rossonera, dove rimase fino al 2008 collezionando in 5 stagioni 161 presenze e segnando 4 gol. Questo giocatore contribuirà con la sua grande classe ed esperienza alla vittoria di uno scudetto, una supercoppa italiana, una champions league, due supercoppe europee e una coppa del mondo per club.
      
  3. Andrea Pirlo (Il Metronomo) dopo 10 anni e più di 400 gare con la maglia del Milan e la vittoria da protagonista del mondiale 2006, nel 2011 Pirlo passa a parametro zero alla Juventus. Anche in questo caso, sarà determinante il contributo di un allenatore, parliamo di Antonio Conte, da poco chiamato a guidare la Juve, che lo volle fortemente nella squadra per mettere le basi per il dominio bianconero in Serie A. Il binomio Pirlo – Conte frutterà tre scudetti consecutivi tra il 2011 e il 2014, a cui se ne aggiunge un quarto nel 2015 con allenatore Massimiliano Allegri. Nei suoi quattro anni alla Juve Pirlo collezionerà 164 presenze e 19 gol disputando tra le altre anche una finale di Champions, persa 3-1 con il Barcellona, nel 2015.
  4. Esteban Cambiasso (El Cuchu) arrivò a parametro zero all’Inter nel 2004 come “scarto” del Real Madrid senza che nessuno potesse immaginare in cosa si sarebbe trasformato questo fuoriclasse argentino. Nei suoi anni all’Inter El Cuchu dimostrò di essere un centrocampista completo, abile negli inserimenti, un trascinatore dentro e fuori dal campo insomma uno dei pilastri della squadra neroazzurra che tra il 2005 e il 2010 vinse cinque scudetti consecutivi. Nel 2010, sotto la guida dell'inarrestabile Josè Mourinho allo scudetto si aggiungeranno anche la vittoria della Coppa Italia e della Champions League con cui il club conquistò lo storico Triplete. Nelle sue dieci stagioni all’Inter Cambiasso vanta 431 presenze e ben 51 gol vincendo tra le altre cose anche un Mondiale per club sempre nel 2010.
     
  5. Miroslaw Klose (Miro) la grandezza dei suoi ultimi anni di carriera, passati alla Lazio dove arrivò nel 2011 dal Bayern Monaco come svincolato, sta nell’omaggio che il popolo biancoceleste gli ha tributato in un Olimpico gremito il giorno del suo addio alla Lazio dove Miro nei suoi cinque anni in biancoceleste ha lasciato un segno indelebile dentro il campo, con 171 presenze e 63 gol, e fuori dove era un esempio per tutti compagni e avversari, in tanti raccontano di quando al campo di allenamento della Lazio si offriva di raccogliere i palloni alla fine degli allenamenti. Con la Lazio vincerà una Coppa Italia nel 2013 nella storica finale contro la Roma e passerà alla storia per aver segnato in una sola partita, contro il Bologna nel 2013, 5 reti.