Juventus-Inter: i 5 momenti indimenticabili degli ultimi 20 anni

Calciatori Ignoranti

Dopo la Supercoppa, anche la Coppa Italia sarà un affare bianconero o nerazzurro

Calciatori Ignoranti11 May 2022

È ancora derby d’Italia, è sempre derby d’Italia. 
Atto numero quattro in stagione di una sfida infinita che, dopo la Supercoppa Italiana a gennaio, sancirà anche la vincitrice della Coppa Italia. 
Sul prato di un Olimpico tutto esaurito l’eterna rivalità tra Juventus ed Inter vivrà quindi un nuovo capitolo destinato sicuramente a entrare nei libri di storia.
Destini incrociati per Allegri e Inzaghi, maestri di Coppa: l’allenatore toscano ne ha vinte 4 associandoci sempre lo Scudetto, mentre l’attuale tecnico dell’Inter l’ha alzata una sola volta ai tempi della Lazio. 
Nella settimana cruciale per cucire il tricolore sul petto di Inter o Milan, la finale della competizione arriva proprio a metà per rendere il tutto ancora più incerto ed emozionante. 
Bianco, nero e azzurro: 67 mila spettatori per assistere ad una partita quasi inedita arrivati a questo punto del torneo, poiché l’ultimo precedente risale al 29 agosto 1965 e vide imporsi la Vecchia Signora.
Noi, qui, vi abbiamo però riassunto 5 “magic” moment degli ultimi 20 anni che hanno sicuramente fatto vibrare le coronarie dell’una e dell’altra tifoseria. 

Il gol-non gol di Toldo

È l’ottobre 2002 ed a San Siro l’Inter di Cuper e la Juventus di Marcello Lippi danno vita ad una sfida-Scudetto che nessuno dimenticherà facilmente. 
Fino all’88’ è una partita quasi normale, tesa, le forze in gioco sono consapevoli di giocarsi già una prima fetta di tricolore. 
A due dalla fine Collina assegna un rigore alla Juventus che Del Piero trasforma. 
Poi? Poi saltano i nervi. 
Morfeo e Conte tra spintoni e insulti vengono espulsi, il Biscione si spinge in avanti con le ultime forze rimaste per non uscire dalle mura amiche senza punti. 
È il 95’ ed è tempo dell’ultimo corner, del “butta la palla e prega” in mezzo all’area. 
Sale anche Toldo: mischione a pochi passi da Buffon, rimpalli e contro rimpalli. 
L’ulltimo a toccare sembra proprio essere il portiere nerazzurro, che pareggia facendo letteralmente impazzire lo stadio. 
La Juventus protesta vivacemente all’indirizzo dell’arbitro per la carica subita da Buffon, il tutto mentre svariati replay certificano che il colpo finale l’abbia dato invece Vieri. 
Al triplice fischio finale sarà così 1-1, con i nerazzurri bravi a recuperare una partita che sembrava persa.  

La linguaccia di Del Piero 

12 febbraio 2006: al Meazza Ibrahimovic, allora in maglia bianconera, ha portato in vantaggio la Vecchia Signora, agguantata poi dalla rete del pari firmata Walter Samuel. 
Le lancette scorrono impetuose verso il 90’, ma in campo un giocatore in maglia numero 10 la pensa diversamente. 
Alessandro Del Piero si incarica di una punizione dal limite dell’area quando i minuti che mancano alla fine sono soltanto 5. 
Il pallone, calciato con la solita estrema delizia dallo scarpino destro del capitano bianconero, si insacca sotto l’incrocio, lasciando di stucco l’immobile Julio Cesar. 
Capello è impassibile, mentre sul volto di Roberto Mancini si intravede la delusione di una partita che a quel punto sembra essere ormai persa. 
Le telecamere tornano a concentrarsi sul match-winner, che questa volta sta esultando con una linguaccia che da quel giorno in poi diventerà rito dopo ogni gol. 
Tutti si chiedono da dove provenga, e sarà lo stesso Alex a chiarire a fine partita, affermando come si fosse in realtà ispirato a Michael Jordan e non volesse in nessun modo apparire come gesto offensivo nei confronti degli avversari. 
Di linguacce ne vedremo a bizzeffe negli anni successivi, da quella a Dortmund contro la Germania fino alla leggendaria doppietta al Bernabeu. 
Un momento iconico non solo dei derby d’Italia ma anche di tutta la carriera di uno dei più grandi calciatori italiani di sempre. 

Il capolavoro di Maicon

Aggancio al volo al limite dell’area, sombrero ad Amauri, un palleggio di “aggiustamento” con la coscia e collo-esterno destro diritto all’angolino. 
Il tutto senza mai far toccare terra al pallone. 
Tecnica, coordinazione, grazia, potenza: un mix tutto brasiliano firmato Maicon che sbloccherà a 15’ dalla fine un Inter-Juventus tesissima e fondamentale nella corsa Scudetto. 
Un gioiello prezioso catalogato senza alcun ripensamento tra i gol più belli della storia dei derby d’Italia. 
Era l’Inter di Mourinho, in viaggio verso il leggendario Triplete, opposta ad una Juventus in costruzione guidata da Zaccheroni. 
L’uomo in più, per via dell’espulsione iniziale di Sissoko, ed il meraviglioso gol di Maicon suggelleranno la vittoria del Biscione, sancita in ultimo dal raddoppio liberatorio firmato Eto’o. 

La notte del Pipita

Nervosismo, cali di tensione, gioie, rimonte e contro rimonte. 
È forse l’Inter-Juventus più bella degli ultimi anni perché vive grazie al fuoco dell’emozione per tutti i novanta minuti di gioco. 
Succede di tutto sul prato di San Siro per quella che è senza dubbio la partita fondamentale per decretare l’allora scudetto 17/18, con il Napoli appaiato in vetta ai bianconeri, e la corsa Champions dei nerazzurri. 
Ed in campo è festa di passione, rabbia e felicità si contorcono l’un l’altra ad ogni episodio di gara. 
La Juve parte meglio, segna con Douglas Costa e sfrutta l’espulsione (data dal Var) di Vecino per giocare un primo tempo in sordina. 
Le polemiche si sprecano, il clima è decisamente caldo anche per via di ulteriori episodi nel corso dei primi 45’ minuti. 
Segnerà anche Matuidi, ma la rete non verrà convalidata
Nella ripresa si ribalta tutto: Icardi pareggia dopo solo 7 minuti e Barzagli devia in rete un cross di Perisic. 
È 2-1 per l’Inter, sembra finita. 
La Juve ricerca dentro la propria forza ulteriori energie per ributtarsi all’assalto e non lasciare sul rettangolo verde anche il tricolore. 
Ed è proprio qui, quando i minuti sono sempre meno, che avviene l’impensabile. 
Tra l’87’ e l’89’ Higuain bussa due volte alla porta nerazzurra, propiziando un contro sorpasso clamoroso in vetta e a San Siro. 
Una doppietta incredibile che regalerà alla Juventus una grossissima fetta di Scudetto gentilmente offerta dal Pipita, che fino a quel momento era stato forse il peggiore in campo, colpevole di un gol incredibilmente mangiato, ma capace di farsi perdonare e sottrarre il primo posto proprio alla sua ex squadra. 

“Ehi amigo”: Alexis Sanchez e la Supercoppa

Infinita come la rivalità che si cela dietro, la sfida di Supercoppa Italiana 2021/2022 assegna il primo trofeo della stagione e si gioca a San Siro. 
L’Inter viene da un momento molto positivo ed infatti parte a mille, orchestrando subito diverse grosse occasioni da gol. 
La trama di gioco è fluida ed il senso di pericolosità si percepisce ad ogni avanzata. 
Ma, come spesso accade nel calcio, non concretizzare fa rima con subire gol. 
Ed infatti è McKennie a gelare lo stadio, portando in vantaggio i bianconeri. 
Lo 0-1 dura solo 10 minuti perché è Lautaro a pareggiare su rigore. 
Nella ripresa sono ancora i nerazzurri a cercare l’assalto, ma la Juventus chiude tutti gli spazi e tenta di ripartire in contropiede. 
Non bastano 90 minuti, ma neanche 119. 
Diciamo 119 perché il finale thrilling lo regala Alexis Sanchez, bravo a sfruttare all’ultimo secondo una disattenzione della retroguardia bianconera (in particolare di Alex Sandro), avventandosi sul pallone e con una zampata firmando il 2-1 e portando la coppa a Milano. 
Nell’intervista post-partita, poi, si renderà protagonista di una serie di frasi diventate presto virali e base meme, auto dichiarandosi un leone in gabbia capace però di decidere sempre le partite importanti.